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Lunedì 08 Giugno 2020 00:00 amministratore
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RIFLESSIONI SU DEMOCRAZIA, LIBERTÀ E TUTELA DELLA VITA IN TEMPI DI CRISI SOCIALE E PANDEMIA
di Gaetano Veneto

 Nella linea di una Rivista che ampiamente affronta anche tematiche di tutela generale di diritti come quelli della libertà e della salute, ho pensato di intervenire in un vivace dibattito che si è sviluppato su argomenti di grande respiro, quelli della libertà di espressione e della censura in sistemi sociali a democrazia piena o limitata, nella nostra società, alla luce di quanto sta avvenendo in questi giorni con tragedie che coinvolgono soggetti “deboli” come i minori o le persone “fragili”, per ragioni fisiche, culturali o perfino sociali sotto l’invadente pressione dei mass media.
È il caso di tragedie che quotidianamente in tutto il mondo stanno esplodendo o nel microcosmo delle mura familiari o, nella stessa società civile che invadono microcosmi familiari o interi strati sociali, fino a coinvolgere la vita dei singoli o, quando il fenomeno assume dimensioni di massa, mettono in crisi equilibri individuali o collettivi, sotto la pressione di messaggi di grande ed incontrollata diffusione come smartphone, tablet, o, ancora, televisione e organi di stampa. Così si assiste all’istigazione alla violenza, anche fisica, trascinando singoli o collettività a comportamenti assolutamente contrari alle regole elementari di vita, svilendo valori e significati di quest’ultima

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È di questi giorni il dramma di una famiglia della periferia della metropoli barese, una buona famiglia borghese, che ha trovato in pieno giorno, rinchiuso in una stanza, un figlio di 9 anni in fin di vita per un gioco finito male, forse il blackout challenge, con accanto lo smartphone spesso lasciato in passato dalla madre nelle sue mani. Solo qualche giorno prima, il 20 gennaio, una bimba siciliana di 10 anni è rimasta vittima di una presunta sfida su TikTok, sempre il “blackout challenge” che, in questo caso, prevedeva la pressione sulla carotide, come gara, fino a raggiungere l’asfissia, nel caso con una cintura stretta intorno al collo, mentre la bimba era rinchiusa nel bagno di casa.
Così, gratta gratta, si scopre che sotto si ripropone la polemica che da ben più di venti secoli impegna il pensiero di politici e filosofi del nostro Occidente, nella mai risolta diatriba tra la libertà individuale, più o meno mediata attraverso la collettività nei i vari tipi di “folle” (dall’agorà alle forme di rappresentanza della stessa) e lo Stato, il grande Moloch, che, imponendo delle regole, permette l’esercizio del potere depersonalizzato, sì da comandare gli uni sugli altri, in modo più o meno pubblico e trasparente.
E così, sul piano generale della incontrollata violenza di messaggi trasmessi con i meccanismi precedentemente visti, in parallelo valga il caso di un Presidente di un Paese generalmente preso ad esempio come modello di democrazia. Trump e gli USA, in questo primo mese dell’anno, hanno costituito l’esempio materiale del noto detto: hic Rhodii, hic salta. Visti i risultati di una incontrollata ed illimitata libertà di accesso ed utilizzo di tutti i canali informativi, fino ad allora permessa ad un leader da TSO, si è potuto assistere ad una tragicomica imitazione di “Assalto alla Bastiglia”, o, più da vicino, al “Palazzo d’Inverno”, condotto da farsesche figure di presunti garanti della libertà trumpiana, facile è la risposta per poter bloccare operazioni manipolatorie che vedono dietro giganteschi e oscuri pochi grandi “manovratori”, con enormi risorse finanziarie che travolgono Stati ed Istituzioni.
Così microcosmo e macrocosmo si vedono, oggi, aggrediti da forme acritiche di violenza, attraverso messaggi che trovano terreno fertile, nel nostro Occidente, nella totale assenza di senso critico, a sua volta appassito, se mai esistito, per una grande mancanza di incommensurabile valore: la cultura, la conoscenza come elemento che contraddistingue l’Uomo, nella natura e nella società.


 

 

 

Ultimo aggiornamento Venerdì 29 Gennaio 2021 14:00  
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